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FIORITA (4-5-1): Montanari 8; Mazzola 7, Bugli 6.5, Bollini 6.5, Angeletti 6.5; Ceci 6.5, Calzolari 6 (8’ st Confalone 6), Cangini 5.5, Pensalfini 7, Rinaldi 6; Selva 6 (35’ pt Gualtieri 5, 41’ st Scarponi sv). A disp.: Quadrelli, Cavalli, Aliaj, Vagnetti. All.: Manca.

LEVADIA TALLINN (4-4-2): Smishko sv; Podholjuzin 6, Tipuric 6, Artjunin 6, Pikk 6.5; Raudsepp 5.5 (34’ st Aallikko 6.5), Vukobratovic 5.5, Antonov 5.5, Subbotin 6.5; Ivanov 5 (14’ st Tamm 6.5), Teever 6. A disp.: Pikker, Marin, Kulunits. All.: Kristal.

ARBITRO: Jakimovski (Macedonia) 6

AMMONITI: Angeletti, Rinaldi, Bollini, Cangini, Teever.

 

Mancavano appena quattro secondi, giusto il tempo di raccogliere l’ultima preghiera lanciata in area dal modesto Levadia e festeggiare uno 0-0 storico e volendo anche interessante in vista del lunghissimo viaggio in Estonia della prossima settimana. Mancavano appena quattro secondi ma l’ultimo pallone della partita, dopo una geniale sponda di Subbotin, è invece finito sui piedi sbagliati del neo entrato Tamm, glaciale a squarciare la difesa di casa e a centrare la porta dell’insuperabile Montanari. Il sogno della Fiorita dura 92 minuti e 56 secondi

 

I ritmi di partenza sono decisamente blandi e quasi soporiferi: per la Fiorita, che apparecchia la tavola con un 4-5-1 ordinato e compatto nel quale debuttano i nuovi arrivi Angeletti, Cangini e Calzolari, è quasi un gioco da ragazzi impacchettare lo scolastico 4-4-2 made in Estonia, tremendamente statico e senza sugo. Manca piazza Cangini davanti alla difesa e il centrocampista è bravo ad abbassarsi in fase di non possesso, mentre l’ottimo Pensalfini si muove come una fisarmonica e azzarda anche un paio di inserimenti. Dopo 14 minuti di nulla, il Levadia decide quantomeno di provarci e per la prima volta affonda la lama: cross dalla sinistra di Pikk e spaccata da buonissima posizione di Teever, che però mira alla figura e per Montanari è un gioco da ragazzi. Passano 4 minuti e all’improvviso la Fiorita si procura una colossale palla-gol. Il merito è quasi tutto di Ceci, che vince un contrasto sulla destra, all’altezza del vertice dell’area, e lascia partire un tiro-cross che viene solo sfiorato prima da Selva e poi da Rinaldi. Se avessero toccato il pallone, sarebbe stato 1-0 quasi scritto. Il Levadia rumina un calcio scadente e compassato, ma almeno ha un paio di buonissimi tiratori. Al 22’ uno di questi, il cecchino Ivanov, lascia partire una bomba dal limite disinnescata dall’attento Montanari in tuffo. La Fiorita è comunque in pieno controllo, anche se alla mezz’ora la carrozzeria di Selva comincia a cigolare. E così, dopo 5 minuti di lenta agonia, il capitano della Nazionale chiede il cambio: per Manca è una bruttissima notizia, perché Gualtieri, che subentra al numero 32, ha caratteristiche completamente diverse e in una partita di sacrificio, quando la missione è tenere il pallone per fare salire la squadra, non riesce proprio a incidere, inghiottito dai centralini baltici. Anche per questo motivo, nel finale di tempo, il Levadia sfonda centralmente e sfiora il vantaggio: al 40’ Cangini si addormenta, Subbotin lo scippa e dal limite tira uno scaldabagno verso Montanari, che risponde ancora una volta presente. Ma il rischio più grosso si materializza un minuto dopo, quando l’impronunciabile Podholjuzin colpisce la traversa con un tocco sporco su punizione laterale di Artjunin. Pericolo scampato e 0-0 al riposo, con i cinque coraggiosi tifosi provenienti da Tallinn che non possono proprio gridare allo scandalo. Nella ripresa il copione non cambia: la Fiorita fa una gran fatica ad uscire, non si appoggia mai su Gualtieri e viene tenuta a galla da un Pensalfini extralarge, mentre Manca inserisce al 53’ l’esperto Confalone (fuori Calzolari) per alzare ancora di più la diga centralmente. Per l’ex capitano del Cesena, che debutta nel torneo più importante a 40 anni, è il coronamento di un sogno: il Confa, tra Italia, San Marino ed Europa, può raccontare di aver giocato almeno un minuto in tutte le categorie e in tutte le competizioni possibili (dalla serie A alla Promozione, dal campionato sammarinese alla Champions passando per l’Europa League). Il Levadia tiene in mano il volante della partita e al 64’ serve una straordinaria scivolata di Mazzola per fermare lo scatenato Subbotin lanciato a rete: l’intervento del terzino equivale a un gol. Gli estoni provano a lievitare ma non pungono, sfiorando il gol solo al 69’ con un diagonale del neo entrato Tamm che fa la barba al palo. Nel finale gli estoni fanno sul serio e allora sale in cattedra l’eccellente Montanari, che nel giro di due minuti compie una due grandi parate e un autentico miracolo. Prima è attento sulla punizione dal limite di Artjunin, poi è strepitoso sul diagonale di Aallikko e infine è semplicemente monumentale sul colpo di testa perfido di Teever. L’arbitro chiama 3 minuti di recupero e, quando ormai sembra fatta, l’inserimento di Tamm disintegra i sogni della Fiorita. Come si dice “beffa” in estone?