Archiviato l’ultimo impegno di regular season, La Fiorita tornerà in campo il prossimo 25 aprile, contro la Juvenes Dogana, per l’esordio nei play off di campionato. Un periodo di stop abbastanza lungo, nel quale i gialloblu continueranno a lavorare intensamente per farsi trovare pronti alla fase decisiva della stagione.

Tornando all’ultimo impegno di campionato, il successo sul Tre Fiori, pur essendo praticamente ininfluente ai fini della classifica (anche se ha permesso alla squadra di Montegiardino di eguagliare il record di punti realizzati nella stagione regolare), ha un valore importante per i gialloblu.

“La cosa che ci premeva era rifarci dalla sconfitta subita contro di loro in Coppa Titano, che ci è costata l’eliminazione – spiega Alessandro Guidi, autore del terzo gol contro la formazione di Fiorentino -. Volevamo dimostrare che non è l’aver perso una partita che ci ha reso meno forti, che siamo ancora la squadra da battere, anche quando le partite non contano. L’eliminazione dalla Coppa, contro di loro, ce la siamo giocati soprattutto all’andata, quando eravamo un po’ slegati e finì in pareggio. Al ritorno abbiamo giocato da Fiorita, abbiamo avuto molte occasioni nitide, ma quando non si è concreti ci sta poi perdere”. 

Lo spareggio di mercoledì sera ha decretato che sarà la Juvenes Dogana la prima avversaria dei gialloblu nei play off di campionato.

“Una sfida inedita, perché in questa stagione non li abbiamo mai affrontati – spiega Guidi -. Personalmente non li ho visti giocare e non so cosa aspettarmi, ma io credo che noi dobbiamo avere paura solo di noi stessi, pur nel rispetto dell’avversario. Il nostro obiettivo è vincere il campionato, non possiamo accontentarci di altri risultati”.

L’ultimo precedente con la Juvenes, tra l’altro, risale alla semifinale di Coppa Titano del 21 aprile 2018, con gol del 2-0 siglato proprio da Guidi.

“Fu il gol della tranquillità – racconta -. Noi stavamo vincendo, ma nel secondo tempo ricordo che loro ci stavano attaccando con una certa pressione per cercare di pareggiare; quel gol, a dieci minuti dalla fine, certificò in un certo senso la finale”.

La lunga sosta che attende ora la Fiorita non spaventa Guidi.

“E’ vero che noi non giocheremo e questo potrebbe comportare cali di tensione e di condizione fisica, perché il lavoro settimanale non è mai allenante come giocare. Però è anche vero che il fatto di giocare tutto il mese di aprile potrebbe essere un’arma a doppio taglio, perché ci arriverà in fondo alla Coppa potrebbe iniziare la fase finale di campionato con delle fatiche da smaltire. Noi sicuramente dovremo essere bravi ed intelligenti ad allenarci bene, ma credo che questo non sia in discussione dal momento che abbiamo giocatori seri e tanti ex professionisti. Non saranno tre settimane di stop a cambiare il nostro rendimento; la squadra si farà trovare sicuramente pronta”.

In previsione della post season, Guidi indica le squadre più temibili.

“Ci sono squadre sicuramente preparate – spiega -. Il Tre Penne è una di quelle che non muore mai; la Folgore è un’altra formazione da cui tenersi in guardia, così come il Tre Fiori, che ha fatto una buona stagione e ha dei giocatori, soprattutto nel reparto offensivo, molto temibili. La formula, però, è nuova per tutti, potrebbero esserci delle sorprese in campionato così come ci sono state in Coppa”.

Guidi traccia anche il bilancio personale della stagione sino a questo momento.

“Quest’anno per me è stato un po’ negativo, dal punto di vista delle presenze in campo – racconta -, lo scorso anno avevo giocato con più continuità, segnando anche 13 gol. Sono consapevole di giocare in una squadra nella quale la concorrenza è numerosa e molto alta, avendo compagni di un certo calibro, e questo va messo in conto in partenza. Però, forse, mi sarei meritato qualche cosa di più”.

Quella in corso è la decima stagione in gialloblu per Guidi, il giocatore più longevo de La Fiorita.

“Questa per me è una grande famiglia – spiega -. Ho vissuto la crescita della Fiorita dall’inizio. Sono arrivato quando la squadra non riusciva ad entrare nei play off e in un paio di anni è iniziata la scalata. Si è creato un rapporto speciale tra me e questi colori, un rapporto speciale con la dirigenza e, in seguito, con i tanti giocatori che, come me, sono arrivati e non hanno più abbandonato questa squadra. E’ un po’ come se fossi stato il primo tassello di un puzzle”.

E in questi dieci anni sono arrivate tante soddisfazioni e anche qualche boccone amaro.

“Le più grandi delusioni le abbiamo avute sempre a San Marino, le finali perse contro il Tre Penne, per esempio – racconta -. In Europa ci sono sfuggiti un paio di pareggi, ma il rammarico più grande è stato il passaggio del turno sfiorato contro il Lienfield, quando perdemmo 1-0 all’andata e pareggiammo 0-0 in casa, sfiorando un gol a un paio di minuti dalla fine. Speriamo di continuare questo ciclo di vittorie e, magari, di ottenere qualche risultato anche in campo internazionale. Le ambizioni non ci mancano”.